A.C. 1458-A
Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, innanzitutto un ringraziamento non formale al collega Magi, al relatore di minoranza, per una relazione che condividiamo nei contenuti e nello spirito. Mi sia consentito, signor Presidente, di ringraziare anche i colleghi del gruppo del Partito Democratico in I Commissione, che hanno condotto in questi giorni e in queste ultime settimane un'opposizione seria e concreta in Commissione. Signor Presidente, ci troviamo di fronte su questo tema, che è un tema epocale, difficile, a una sorta di bulimia di decreti, di iniziative, prive, a nostro giudizio, però, di un approccio serio e concreto, che vada al di là di una logica di semplice propaganda.
Mi rivolgo, ovviamente, al Sottosegretario Molteni, che già in altri momenti ho riconosciuto essere persona certamente capace, spesso con idee differenti, questa è la democrazia, ma certamente come una persona seria. Però, Sottosegretario Molteni, credo che proprio questa bulimia di decreti certifichi in qualche modo, sia un'ammissione di impotenza, e provo a spiegarlo. Si è passati da una campagna elettorale in cui tutto sembrava semplice, facile. Si risolveva il problema degli arrivi, dell'immigrazione, bloccando le ONG.
Dal 2017 in poi si è alimentata un'idea, smentita da tutti i rapporti delle organizzazioni internazionali, sul fatto che le ONG fossero, termine inglese, pull factor, cioè fattore di attrazione. E, quando si è cercato in tutti i modi, qualche volta riuscendoci, di bloccare questa presenza, il risultato è che gli arrivi non sono diminuiti, anzi, sono aumentati. Purtroppo l'assenza in alcune aree marine delle ONG ha prodotto un effetto indesiderato, ma drammatico, cioè quello di far aumentare i morti in mare. Si è detto, ed è stata tutta una campagna elettorale costruita in particolare dall'attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che la soluzione dei problemi, quando fossero andati al Governo, era lì, pronta per essere realizzata, facile.
Come si faceva a non vedere che bastava un blocco navale! E poi la teoria delle espulsioni di massa, la teoria dei porti chiusi, e anche gli attacchi alla Ministra Lamorgese, quando peraltro la Lega, che si è caratterizzata per questi attacchi sistematici all'ex Ministro dell'Interno, era anche al Governo. Peccato che, quando si passa dalla propaganda, dalla campagna elettorale al governare, ci sia un mare difficile da attraversare, perché ci si trova di fronte alla realtà. Vorrei descrivere, anche pensando a chi ci ascolta, con i numeri la realtà.
Nel 2021 l'Italia ha accolto 61.391 migranti, nel 2022 questo numero era salito a 94.343, al 23 novembre di quest'anno, dati del Ministero dell'Interno, sono 151.385. Cioè, non abbiamo ancora finito quest'anno e il numero di arrivi è la somma, già oggi, di 2 anni interi, il 2021 e il 2022. Questo è il dato di partenza, e dimostra proprio questa distanza dalla propaganda alla realtà. Matteo Salvini, tweet del 15 agosto 2020: 15.406 sbarchi dall'inizio dell'anno ad oggi contro i 4.261 dello stesso periodo di un anno fa. Il fallimento di questo Governo è nei numeri, mentre il Ministro Lamorgese si vanta di avere controllato più di 20 milioni di italiani durante l'emergenza COVID.
Matteo Salvini, 2 anni dopo, 13 luglio 2022: sbarchi senza sosta, Lampedusa al collasso. L'Italia sta per esplodere. Se Lamorgese non è in grado di difendere la sicurezza e i confini italiani, si faccia aiutare. I tweet di Salvini sul tema dell'immigrazione sono stati 606, cioè circa 2 al giorno, nel 2019, 805, più di 2 al giorno, nel 2020, 141 nel 2021, 123 nel 2022 e, a tutto il 13 settembre 2023, 8. Otto! Il risultato di tutto questo è sotto gli occhi degli italiani, cioè stiamo peggio di un anno fa, non meglio, su questo come su altri temi. Ma c'è una questione di fondo di cui mi piacerebbe discutere, l'ho detto anche in Commissione.
Se continuate testardamente ad affrontare la questione immigrazione con una logica di tipo emergenziale e in chiave propagandistica, sbatterete, continuerete a sbattere la testa contro il muro. Dovete arrendervi - capisco che è difficile, capisco che questi tweet che ho letto sono l'esatto contrario - all'idea che ci troviamo di fronte a una questione epocale, che sarà nell'agenda di chiunque governerà questo Paese nei prossimi 20 o 30 anni, è questo che non volete accettare. Avete venduto l'idea che bastassero tre o quattro iniziative, tre o quattro provvedimenti, e infatti siete, come dicevo all'inizio, nella bulimia dei decreti, perché non riuscite, perché non è possibile affrontare questa questione, una questione complessa, con operazioni spot e con una logica soltanto di tipo propagandistico.
Occorrono, lo abbiamo detto a più riprese, lo diciamo in occasione di ogni decreto su questi temi, risposte strutturali e non emergenziali; risposte europee, che però necessitano di costruzioni di alleanze. E le vostre alleanze, come evidenziano i tweet di congratulazioni nei confronti, ad esempio, del primo partito olandese che ha vinto le elezioni di qualche giorno fa, dimostrano quanto siate distanti da una costruzione di un'alleanza vera. Invece continuate a guardare in Europa verso chi, come primo atto, dice che noi dobbiamo arrangiarci, che la questione dell'immigrazione è un problema italiano e che va risolto dall'Italia.
L'esatto contrario di quello di cui abbiamo bisogno. Cianciate e avete cianciato per mesi di un piano Mattei, e quando, dopo molte nostre insistenze, avete finalmente prodotto un atto, un atto amministrativo, un atto politico, c'è un sostanziale vuoto assoluto, perché è evidente che, rispetto alla questione del continente africano, a questioni che hanno origini molto lontane, con responsabilità non piccole, ovviamente, anche della storia del colonialismo europeo, si capisce che il problema africano non lo risolve l'Italia da sola.
Soltanto attraverso una grande azione dell'Occidente, e in particolare dell'Europa, si può pensare di affrontare alcuni dei nodi che impediscono e hanno impedito negli ultimi decenni all'Africa, pur in presenza di una straordinaria quantità di materie prime, di svolgere un ruolo importante nella geografia economica mondiale e soprattutto dare risposte alle questioni drammatiche di molte nazioni.
Insomma, lo dico non con soddisfazione, perché il problema esiste, è un problema che tocca gli italiani - c'è, poi, un tema di percezione e un tema di realtà -, ma questo decreto certifica, casomai ce ne fosse stato ancora bisogno, il vostro fallimento sulle politiche dell'immigrazione. Quello che lascia tristi è che non riuscite a gestirlo e i numeri stanno dicendo l'esatto contrario di quello che voi avete sostenuto. I numeri vanno affrontati e, poi, ovviamente, vanno letti, ma, quando noi dicevamo che ci sono momenti in cui il problema non è della nazione che riceve i migranti, ma che ci sono questioni sottostanti, come le guerre o, come ha sottolineato il collega Giachetti, anche le questioni delle migrazioni a causa dei cambiamenti climatici - quindi, fattori esterni -, quando dicevamo questo, voi rispondevate con i numeri che in quel momento vi davano parzialmente ragione, mentre, oggi, non siete preparati a dare risposte su questi numeri. Dicevo, siccome non riuscite a gestire questo fenomeno, alla fine ve la prendete con i più deboli - questo fa rabbia - e i più deboli, in questo decreto, hanno un nome e un cognome: sono i minori non accompagnati, un fenomeno anch'esso complesso e non semplice. Parliamo di 10.053 nel 2021, 14.044 nel 2022, 16.640 nel 2023: numeri importanti, certamente, numeri che impattano spesso nella vita anche delle amministrazioni comunali, ma numeri che si potevano e si possono gestire, non attraverso la scelta che voi avete fatto.
Quando qualcuno, anche di questa parte politica, ha detto che per le elezioni bisognava prendere in considerazione di dare il voto ai sedicenni, è venuto fuori un ginepraio. Ebbene, voi siete riusciti ad inventare una nuova maggiore età, cioè quella dei 16 anni e, forzando le norme, forzando anche il buonsenso, ovviamente avete aperto alla possibilità di ospitare in strutture per adulti, con progressivi aumenti, attraverso anche emendamenti, in questo decreto, nel passaggio in Commissione, della durata per la quale queste persone minori possono essere ospitate nelle strutture per adulti. Da questo punto di vista, la scelta che è stata fatta non risponde alla logica di un'accoglienza che deve tener conto delle diverse caratteristiche, del diverso status dei migranti.
C'è, quindi, un accanimento sui soggetti più deboli in assoluto: già i migranti, di per sé, sono soggetti deboli e quelli con i minori non accompagnati lo sono in assoluto. Quando governavamo, avevamo impostato una legge.
C'è bisogno di risorse? Sì. Si poteva, però, scegliere una strada diversa, come quella di CAS dedicati ai minori non accompagnati, si poteva scegliere una strada, che era quella di sostenere i comuni in questa attività. L'aumento della capienza dei centri di accoglienza, che è correlata a questa scelta, è l'esatto contrario di quello di cui noi crediamo ci sarebbe bisogno, ed è quello che, invece, voi testardamente contestate, perché, ai fini della propaganda, è meglio avere grandi centri dove è più probabile che nascano problemi, problemi dentro i centri, problemi con la cittadinanza e le comunità circostanti, quando, invece, ci sarebbe bisogno di un'accoglienza diffusa. Ma voi, con i vostri decreti Sicurezza del tempo, avete lavorato, anche qui, testardamente, per smontare pezzo a pezzo. Abbiamo provato a rimontare le strutture con il SAI, prima con lo SPRAR, che era e rimane uno strumento importante. Un'accoglienza diffusa consente una maggiore integrazione.
Ci sono decine di casi, decine di comuni che hanno accettato questa sfida - piccoli e piccolissimi, anche sotto i 1.000 abitanti- e l'esperienza di quei comuni dice con chiarezza che quella è una strada da perseguire, non l'unica evidentemente. Nessuno nega che nei momenti di maggiore afflusso ci possano e ci debbono essere accoglienze in strutture più ampie, ma, alla fine, è quella che garantisce una maggiore integrazione, che garantisce anche una cosa che voi non accettate, cioè che l'Italia, in calo demografico, in invecchiamento strutturale, ha bisogno, per mantenere il suo standard di vita, di stranieri lavoratori. Le vie legali devono essere aperte, deve essere garantita, cioè, la possibilità per chi vuole venire in questo Paese a lavorare, come noi abbiamo fatto tanti anni fa, di essere accolto.
I comuni vanno aiutati maggiormente. Qui c'è una norma che interviene su una fattispecie, per l'amor di Dio, anche giusta, cioè quella di un aiuto economico attraverso il prefetto per quei comuni che, in presenza di rilevanti, consistenti flussi, hanno un problematiche di maggiori costi per la gestione del ciclo dei rifiuti. Ma è un pezzo, non è solo questo. Crediamo che i comuni, gli 8.000 comuni italiani possano essere parte della soluzione.
Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Lo dico con forza: fermatevi. Se è vero, come è vero, che questa è una questione epocale, se è vero, come è vero, che questo è un tema complesso, che non si risolve con i tweet, che non si risolve con i post, con le urla, con l'alimentare la paura del diverso, si costruiscano - noi siamo disponibili - politiche condivise sulla questione dell'immigrazione, fuori dalla demagogia, non alla ricerca del sondaggio, del consenso a breve. Una politica dei fenomeni migratori che sia, innanzitutto, non solo rispettosa della normativa internazionale, della Costituzione, ma che, al fondo, sia una politica umana. So che per voi questo è inaccettabile, ma è un dato: per affrontare seriamente questo tema, occorre abolire il reato criminogeno della clandestinità, introdotto nel nostro ordinamento con la legge Bossi-Fini.
L'accoglienza diffusa nella legalità è la risposta che può essere maggiormente rispondente a una domanda di lavoro da parte delle nostre imprese. Ci sono settori che, oggi, non potrebbero andare avanti senza il contributo e il lavoro degli stranieri e che, soprattutto in prospettiva, senza una politica migratoria che tenga conto di questi fattori, potrebbero andare in crisi per carenza di manodopera. Un'accoglienza diffusa nella legalità che tenga conto anche delle questioni legate alla sicurezza. Una politica migratoria che riguardi l'accoglienza che abbia una dimensione e un respiro di carattere europeo, perché quella è la dimensione con cui si possono e si debbono affrontare alcune questioni, come quelle che ricordavo prima, legate al futuro, allo sviluppo dell'Africa.
Lo ripeto: noi ci siamo, sappiamo la difficoltà di governare, siamo consapevoli della complessità, siamo consapevoli che l'approccio deve essere di medio e lungo periodo, uscendo da una logica emergenziale. Noi ci siamo, ma temo che voi non ci sarete, non ci sarete mai.
Non accetterete questa proposta, perché il vostro obiettivo, inconfessato e inconfessabile, non è la sicurezza degli italiani, che tanto declamate in campagna elettorale, ma più meschinamente il vostro obiettivo, come quello di tutte le destre sovraniste in Europa, è lucrare elettoralmente alimentando paura e intolleranza. Se continuerete su questa strada, non risolverete i problemi degli italiani e alimenterete paura e intolleranza e sappiatelo che non ci troverete assolutamente mai d'accordo ma esattamente dalla parte opposta, dalla parte dell'umanità, dalla parte della volontà di costruire politiche che con serietà affrontino un problema strutturale ed epocale, con cui ci dovremo confrontare per tanti e tanti anni.